Blog di Raimondo Schiavone e amici

“Un missile ben piazzato”: la geopolitica missilistica del direttore RAI

C’è un momento in cui il giornalismo cede il passo al delirio da social. E capita anche a chi dovrebbe rappresentare il volto sobrio e istituzionale del servizio pubblico italiano. È il caso di Marco Frittella, storico volto RAI, che in un tweet – poi cancellato – ha scritto:

Marco Frittella – @mfrittella
“Basterebbe un missile ben piazzato. Mi dispiacerebbe solo per le cupole del Cremlino.”

Il post era una risposta a un tweet di Ferdinando Iuliano, che ipotizzava la presenza contemporanea in Russia di Putin, Assad e Khamenei:

“Se alcune indiscrezioni fossero veritiere ne verrebbe fuori che la Russia stia attualmente ospitando Putin, Assad e Khamenei.”

Ed ecco che il giornalista, anziché fornire un'analisi, un contesto, un approfondimento – cioè il suo mestiere – propone il missile. Ironico? Forse. Ma detto da un dirigente del servizio pubblico pagato con il canone degli italiani, suona più come istigazione bellica a mezzo social, che come battuta riuscita.

Molti cittadini hanno espresso indignazione per quella che appare come una banalizzazione di un crimine internazionale. E non è una questione di opinioni politiche: evocare un attacco al Cremlino, nel mezzo di una crisi internazionale che coinvolge mezza Asia e buona parte dell’Occidente, non è solo irresponsabile. È pericoloso, scorretto e indegno di chi lavora in un'istituzione che dovrebbe rappresentare l’intero Paese, e non solo la parte più allineata alla narrativa bellica occidentale.

Nel frattempo, Gaza brucia, l’Iran piange i suoi morti, il mondo trattiene il fiato, e in RAI si gioca a Risiko con le testate nucleari. Ma tranquilli: è tutto “servizio pubblico”. E se non siete d’accordo, c’è sempre il canone da pagare.

Benvenuti nell’età del giornalismo geopolitico da aperitivo, dove la cravatta è d’ordinanza, ma il raziocinio è opzionale. Dove si gioca alla guerra con i like. E dove il pluralismo muore di ironia.

Raimondo Schiavone 

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