Il Ministero degli Affari Esteri iraniano rompe il silenzio con un messaggio durissimo pubblicato sulla piattaforma X e rivolto direttamente a Rafael Grossi, Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Il contenuto è inequivocabile: Grossi è accusato di aver tradito lo spirito e la lettera del Trattato di Non Proliferazione (TNP), piegando il ruolo dell'Agenzia alle esigenze belliciste di Stati Uniti e alleati europei, e contribuendo, secondo Teheran, all’innesco di un’aggressione armata illegale contro l’Iran.
"Lei ha trasformato l’AIEA in un partner di questa guerra ingiusta e aggressiva", scrive il portavoce iraniano, puntando il dito contro un rapporto definito "falso e strumentale", utilizzato come base per la risoluzione E3/U.S. recentemente approvata dall’Agenzia. Una risoluzione, accusa Teheran, costruita su accuse infondate di “non conformità”, che ha poi fornito il "pretesto finale" per l’attacco militare alle infrastrutture nucleari iraniane.
Il punto più esplosivo del messaggio riguarda una dichiarazione dello stesso Grossi: «Non avevamo alcuna prova di un tentativo sistematico da parte dell’Iran di ottenere armi nucleari.» Un’ammissione, secondo il Ministero degli Esteri di Teheran, che arriva troppo tardi. "Lei ha nascosto questa verità nel suo rapporto completamente fazioso", si legge, aggiungendo che tale omissione ha avuto conseguenze dirette: “Sa quanti iraniani innocenti sono stati uccisi o feriti a causa di questa guerra criminale?”
Il tono del messaggio è grave, personale, accusatorio. Grossi è descritto come complice morale e politico dell’aggressione. “Le narrazioni fuorvianti hanno conseguenze pericolose, signor Grossi, e Lei ne deve rispondere”, scrive il portavoce, sottolineando la responsabilità storica e politica che incombe su ogni funzionario internazionale che accetti di “strumentalizzare” il proprio incarico.
Non si tratta solo di una denuncia politica. L’accusa principale è che l’AIEA, anziché agire da garante del Trattato di Non Proliferazione, stia agendo da “strumento al servizio dei Paesi non aderenti al TNP”, per privare i Paesi firmatari – come l’Iran – dei loro “diritti fondamentali garantiti dall’articolo 4”, cioè il diritto allo sviluppo pacifico del nucleare.
La domanda finale del comunicato, rivolta direttamente a Grossi, è carica di disprezzo morale: “Ha davvero la coscienza tranquilla?”
Questo scontro verbale, che riflette la drammatica escalation diplomatica e militare in corso, segna un ulteriore deterioramento dei rapporti tra l’Iran e le istituzioni multilaterali occidentali. E solleva una questione di fondo: le agenzie internazionali sono ancora arbitri neutrali o sono diventate, come sostiene Teheran, attori geopolitici che partecipano attivamente alle guerre che fingono di prevenire?
Nel frattempo, le conseguenze sul terreno sono tragicamente concrete: centinaia di vittime civili, strutture nucleari iraniane colpite da bombardamenti, e la prospettiva di un’escalation incontrollabile in Medio Oriente. Una realtà che, al di là delle diplomazie, interroga la coscienza collettiva della comunità internazionale.