Blog di Raimondo Schiavone e amici

Il potere che non risponde a nessuno

A Stoccolma, tra marmi lucidi, vetri oscurati e protocolli di massima sicurezza, si è aperta l’ennesima edizione del Club Bilderberg. Ufficialmente un forum informale per favorire il dialogo tra Europa e Nord America, nei fatti un’arena blindata dove l’élite globale discute del futuro del mondo lontano da occhi indiscreti. Nessun giornalista ammesso, nessun verbale, nessuna dichiarazione pubblica. Ma attorno a quel tavolo ci sono generali, amministratori delegati, politici, banchieri centrali e strateghi dell’intelligenza artificiale. Ovvero: coloro che muovono le leve del potere economico, tecnologico e militare planetario.

I temi dichiarati, come da tradizione, sono quelli che plasmeranno i prossimi decenni: guerra, migrazioni, industria della difesa, intelligenza artificiale, crisi demografica. Peccato che a discuterne non sia un Parlamento eletto, né un’assemblea sovranazionale trasparente, ma un club chiuso che non deve rispondere a nessuno. In altre parole, un vertice parallelo che si riunisce sopra e oltre le istituzioni democratiche. Un’aristocrazia globale che decide per noi, senza di noi.

Chi partecipa lo fa sotto vincolo di riservatezza. Non perché si tratti di un vertice di sicurezza nazionale, ma per principio. Perché il potere non deve essere disturbato dalla voce del popolo. E in un tempo in cui la democrazia vacilla, è proprio la trasparenza l’unico argine possibile alla manipolazione. Se invece ci si abitua a vedere capi di governo discutere a porte chiuse con lobbisti, miliardari e generali NATO senza rendere conto a nessuno, allora bisogna avere il coraggio di dire che non siamo più in una democrazia piena, ma in un sistema di gestione oligarchica della realtà.

Non si tratta di complottismo, ma di logica. Se a discutere di migranti sono banchieri; se a parlare di pace e guerra sono manager dell’industria bellica; se a decidere della regolazione dell’intelligenza artificiale sono coloro che la vendono e la brevettano, è lecito chiedersi chi rappresenti davvero l’interesse collettivo. Il cittadino non siede a quel tavolo. La sua voce non è ammessa. La sua sorte viene negoziata in sua assenza.

I difensori del Bilderberg dicono che è solo un luogo di confronto libero. Ma chi ha il potere, anche informale, di condizionare scelte epocali senza alcuna legittimazione popolare, è un potere pericoloso. Perché non ha doveri, non ha limiti, non ha opposizione. L'autoreferenzialità di queste istituzioni “ombra” è la negazione della politica come bene comune. È l'arroganza di chi ritiene di sapere sempre cosa sia meglio per tutti, senza mai doverlo spiegare a nessuno.

Non è più tollerabile che le sorti delle nostre democrazie vengano discusse come dossier riservati da una cerchia di eletti che non sono stati eletti da nessuno. O si restituisce al cittadino il diritto di sapere e di decidere, oppure bisogna ammettere che la democrazia è diventata una parola decorativa. E il potere reale è altrove, dove il popolo non entra.

di Raimondo Schiavone