Blog di Raimondo Schiavone e amici

IL MARIONE E IL LATTE DI VOLPE

Abbiamo finalmente capito: a Mario Guerrini non piace Silvio Lai. Ma neanche Piero Comandini gli piaceva, quindi più che antipatia è diagnosi certa: allergia cronica al PD. Non importa chi lo guidi, basta che esista perché il nostro Marione sardo possa brandire la tastiera come una lancia medievale contro il “campo largo” e la “visione globale”.

Il suo ultimo “Osservatorio” — ormai una rubrica da antologia — sembra scritto più per provocare che per analizzare. Ma questa volta il bersaglio è ben chiaro: Silvio Lai e, di riflesso, la sanità regionale. Guerrini parla, anzi pontifica, come se fosse il custode del tempio della moralità politica, ma tra le righe sembra di leggere un messaggio cifrato: “Cara Alessandra Todde, mi senti?”.

Perché in realtà il dubbio sorge spontaneo: il Marione parla per sé o per interposta presidenta? La sua prosa, così meticolosamente indignata, ha il profumo di un messaggio in bottiglia diretto alla sede della Regione Sardegna, dove la Todde — alle prese con il rischio di decadenza — osserva il mare e forse, ogni tanto, anche Facebook.

Guerrini accusa Lai di voler riportare il PD nella sanità, come se la gestione degli ospedali fosse un banchetto di nozze al quale non era stato invitato. Ma nello stesso tempo riconosce che l’assessore Bartolazzi è una brava persona, “moralmente inattaccabile”, solo che non va bene lo stesso. Insomma, se è un politico non va bene, se è un tecnico nemmeno. Forse l’unico assessore perfetto per Guerrini sarebbe… Guerrini stesso.

E poi la perla finale: lo spettro della “decadenza di Alessandra Todde” che aleggia sui corridoi del potere. Detto così, sembra più un racconto gotico che un’analisi politica: la “Decadenza di Alessandra”, firmata Marione, tra tribunali, ombre e nomine di direttori generali.

Ma tranquillo, Mario: Silvio Lai, che da ragazzo — dicono — ha bevuto latte di volpe e non si spaventa di fronte a un’ortica, sopravvivrà anche alla tua allergia. Magari ti dedicherà un brindisi, rigorosamente analcolico, con un sorriso sornione e la certezza che, alla fine, in Sardegna, chi scrive tanto contro è sempre quello che si diverte di più.

Perché in fondo, caro Marione, se non ci fossi tu, bisognerebbe inventarti.

Raimondo Schiavone 

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