Blog di Raimondo Schiavone e amici

DISPREZZO. SOLO DISPREZZO.

C’è una parola sola che può descrivere ciò che si prova di fronte alle immagini del Parlamento israeliano in piedi ad applaudire Donald Trump, il bullo del secolo, il simbolo dell’arroganza, dell’impunità e della violenza elevata a sistema politico: disprezzo.

Applaudono.
Applaudono mentre lui — con la sua voce tronfia e il sorriso da venditore di armi — esalta l’efficacia delle bombe americane sganciate sui civili di Gaza, le stesse che hanno ridotto in polvere ospedali, scuole, quartieri interi. Applaudono mentre si vanta della “grande collaborazione militare” tra Stati Uniti e Israele, come se la morte fosse un vanto, come se i corpi di migliaia di bambini fossero un trofeo.

La Knesset, quel Parlamento che dovrebbe rappresentare la democrazia israeliana, si è trasformata ancora una volta nel palcoscenico della vergogna. Un teatro di fanatici che applaudono l’odio, che si compiacciono della distruzione, che esultano non per la pace, ma per la potenza del fuoco.
E il popolo che li ha votati — quel popolo che ha consegnato il potere a Netanyahu e ai suoi alleati estremisti — porta con sé una colpa collettiva, morale e storica.

Non ci sono più alibi, non ci sono più giustificazioni, non ci sono più scuse da intellettuali benpensanti che cercano di bilanciare le colpe con la solita formula dell’“antisemitismo mascherato”.
Qui non c’è antisemitismo.
C’è solo il disgusto per chi usa la memoria dell’Olocausto come scudo per perpetuare un nuovo olocausto, quello del popolo palestinese.

Trump e Israele si sono trovati, due facce dello stesso mostro: la prepotenza vestita da democrazia, l’arroganza travestita da difesa, l’odio che si camuffa da diritto all’esistenza.
Ma la storia — quella vera, quella che non si scrive nei congressi dei potenti ma nei cuori dei popoli — li terrà esattamente dove meritano: nel fango della vergogna, nel ricordo della crudeltà, nel pantano dell’infamia.

E noi, che abbiamo ancora il coraggio di indignarci, di pronunciare quella parola che loro temono più di tutte — disprezzo — continueremo a farlo.
Perché applaudire chi uccide, chi bombarda, chi occupa, chi mente, chi distrugge la speranza, non è politica: è barbarie.
E la barbarie, per quanto si travesta da alleanza, da fede, da sicurezza, resta solo una cosa: il volto più sporco dell’umanità.

Disprezzo. Tutto il resto è silenzio.

Raimondo Schiavone 

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