CAGLIARI – C’era una volta Viale Bonaria. Un viale elegante, con i suoi palazzi austeri, le chiese storiche, i passanti silenziosi e la dignità urbana di una capitale regionale. Oggi, invece, è diventato il simbolo più osceno del degrado cittadino. Un vomitatoio a cielo aperto, un'arena notturna di decibel fuori controllo, alcol a fiumi e inciviltà tollerata, se non addirittura incoraggiata.
Dal giovedì alla domenica, la zona si trasforma in una bolgia infernale: casse sparate al massimo fino alle tre del mattino, urla, cori da stadio, vetri rotti e il solito bollettino di guerra fatto di vomiti ad ogni angolo, marciapiedi insozzati, auto graffiate, scooter rovesciati, e residenti che non dormono da mesi.
E pensare che questa amministrazione si era insediata con la promessa – altisonante ma vuota – di "rimediare ai danni fatti da Truzzu". La realtà, invece, è sotto gli occhi (e sotto il naso) di tutti: ha solo aggravato il disastro. Ha consegnato il cuore della città ai peggiori istinti, in nome di una movida senza regole e senza cervello.
Chi prova a segnalare, chi telefona alla polizia municipale, chi scrive agli uffici competenti, riceve solo silenzi, scaricabarile o le solite risposte burocratiche. E intanto, il clochard della piazza – che una volta accoglieva i passanti con un sorriso – oggi scuote la testa e mormora: “Un disastro anche per noi residenti
.”
È questa l’idea di “vivibilità urbana” che ha questa amministrazione? È questo il modello di “rigenerazione” che intendono per il centro cittadino? Perché qui non c’è né cultura né socialità: c’è solo inciviltà autorizzata.
Chi ha deciso che il diritto al divertimento notturno debba passare sopra il diritto al riposo e alla sicurezza dei cittadini? Chi ha autorizzato questo scempio e continua a far finta di niente mentre il degrado si sedimenta ogni giorno di più?
È ora che il sindaco – ammesso che si ricordi dove sia Viale Bonaria – venga a camminare un venerdì mattina tra i suoi marciapiedi. A contare le bottiglie, gli sputi, i coni di vomito e a rispondere in faccia ai residenti esasperati.
Perché una città che abbandona il suo centro, che svende la sua dignità e che deride chi chiede rispetto, è una città che ha già perso. E non basteranno né slogan né post su Instagram a ripulire ciò che questa amministrazione ha sporcato, nel silenzio e nella complicità di chi avrebbe dovuto vigilare.
Cagliari non merita questo. Ma soprattutto, Viale Bonaria non lo merita.
Raimondo Schiavone