Blog di Raimondo Schiavone e amici

IL GIORNALISMO DELL’ARROGANZA: PARENZO, CRUCIANI E LA COMPLICITÀ COL GENOCIDIO

Mentre a Gaza si contano i cadaveri sotto le macerie, mentre i bambini bruciano nelle scuole bombardate e le madri cercano i figli tra le tende squarciate, in Italia ci sono ancora conduttori televisivi che negano. Negano il genocidio. Difendono l’indifendibile. Proteggono l’assassino Netanyahu. E lo fanno ogni giorno, nei salotti ovattati della tv commerciale o nei talk radio della barbarie verbale. Parliamo di David Parenzo. E del suo inseparabile socio nell’abuso, Giuseppe Cruciani.

E guai a dirlo su TikTok, perché osare definire "disgustoso" un personaggio come Parenzo sarebbe “lesivo delle regole”. Davvero? Allora dovremmo riscriverle, queste regole, perché c’è qualcosa di profondamente malato in un sistema che censura l’indignazione ma tollera la propaganda genocida.

Parenzo non è solo un conduttore: è il volto e la voce della prepotenza istituzionalizzata. Il suo mestiere non è informare, ma intimidire. Non è discutere, ma deridere. E con una sistematica ossessione: invitare nei suoi programmi persone deboli, fragili, impreparate, da usare come carne da macello dialettico, da ridicolizzare davanti al pubblico, per poi nascondersi dietro una parodia di “pluralismo”. Un gioco al massacro che sa di sadismo mediatico.

Da mesi, mentre il mondo guarda Gaza trasformarsi in un cimitero a cielo aperto, Parenzo continua a parlare di “autodifesa israeliana”, a giustificare l’ingiustificabile, a criminalizzare chiunque osi usare la parola genocidio. Negare l’evidenza, confondere le acque, distorcere i fatti: questo è diventato il nuovo mestiere di certi giornalisti embedded, annidati nelle redazioni come agenti di una propaganda che odora di guerra e sangue.

Ma se la televisione ha le mani sporche, la Storia ha la memoria pulita. E prima o poi chiamerà per nome chi ha scelto da che parte stare: non con le vittime, ma con i carnefici. Non con la verità, ma con il potere. Non con i bambini sotto le bombe, ma con i droni che li uccidono.

Parenzo e i suoi simili saranno ricordati per quello che sono stati: strumenti di una narrazione tossica, complici morali del più grande crimine di questo secolo. Nessuna forma di immunità culturale o mediatica potrà cancellare questa verità. E se TikTok considera “disgustoso” chi lo denuncia, allora è il caso che il disgusto diventi virale. Perché ci sono verità che non possono essere moderate.

Raimondo Schiavone