Blog di Raimondo Schiavone ed amici.

ZES una opportunità persa se la RAS non decide sulle aree ex Cartiera

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L'istituzione della ZES in Sardegna, già con enorme ritardo rispetto al contesto nazionale, sta creando grande fermento imprenditoriale in quasi tutte le aree industriali. Le potenzialità attrattive dello strumento sia per gli aspetti legati alla fiscalità che per quelli della sburocratizzazione autorizzativa, sono indubbiamente attrattivi sia per nuovi investimenti che per far crescere il potenziale endogeno territoriale. Ottimo lavoro di promozione dello strumento sta portando avanti il commissario Aldo Cadau, sia per la capacità di saper interpretare il ruolo sia per l'operatività mostrata nella attuazione dello strumento. 

L'Ogliaste o per meglio dire l'intera Provincia di Nuoro, nonostante i suo 50 ettari circa destinati a ZES è al palo, non certo per la mancanza di programmazione, il Consorzio Industriale si è dotato di uno strumento di programmazione per le aree di retro porto ben prima che la ZES diventasse operativa. Il Piano per il Distretto della Nautica è sul tavolo della Regione Sardegna e della Autorità Portuale da almeno 2 anni. La validità dello strumento ZES non può prescindere dalla presenza di aree dove realizzare investimenti, a Tortolì i 34 ettari della ex cartiera sono un cumulo di macerie, nessuno le governa e la Regione che ne è proprietaria nulla fa per consentire il suo utilizzo. Il degrado ambientale è ormai sotto gli occhi di tutti e la mancanza di una strategia regionale per il loro utilizzo è  palese. Almeno agli occhi di chi vuole vedere. Non avremo alcun beneficio dalla ZES se non si procederà alla attuazione di un programma serio di utilizzo dei 34 ettari della ex cartiera. Il territorio e le sue rappresentanze sindacali e datoriali, che sempre sono state da stimolo ai progetti strategici locali paiono silenti o quantomeno afone. L'autorità Portuale è  troppo impegnata a definire gli interessi della Saipem, senza peraltro aver ancora approvato il suo strumento di panificazione urbanistica, spaccando in due il Porto di Arbatax. La Provincia, che sembra essere l'unico Ente interessato al futuro dell”area industriale ogliastrina è imbalzamata dietro il veto di un paio di Dirigenti nuoresi dediti solo all'ostruzionismo ingiustificato. 
Se nulla accadrà sulle aree ex Cartiera la ZES sarà un'altra opportunità persa per il territorio ogliastrino. 

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L'editoriale

Ci sono momenti nei quali è bene non pensare solo a se stessi ed è giusto cominciare a ragionare sull’interesse comune. Momenti nei quali ti accorgi che, se puoi, devi tentare di risvegliare la coscienza collettiva verso un obiettivo di interesse generale.

Ecco perché ho deciso di parlare di Sanità in Ogliastra. In maniera non convenzionale. Perché, se lo avessi fatto con i canoni ordinari della comunicazione, l’attenzione sarebbe stata pari a zero. Oggi fa effetto l’eclatanza, devi colpire forte, in caso contrario prevale l’ininfluenza. Anni di professione me lo hanno insegnato. Ecco il perché di manifesti con frasi ad effetto, che non potevano passare inosservate e che, di fatto, hanno sollevato un polverone.

Da un lato solo polemiche. Nessuna sorpresa. Ero certo che la ASL non sarebbe riuscita ad andare oltre la classica minaccia di denuncia. Del resto, tale è il livello del management. Da un altro lato mi aspettavo la mistificazione, il tentativo subdolo di ribaltare le mie parole come fossero un j’accuse diretto al personale medico e sanitario, al quale riservo tutta la mia empatia e solidarietà, essendo essi stessi vittime del sistema. Ma mi aspettavo anche una piccola reazione, e questa sta cominciando ad emergere: da qualche giorno la discussione sulla sanità prende piede e cominciano ad affiorare voci, discussioni.

Qualche sindaco sonnolento inizia lentamente a risvegliarsi, magari destato dall’imminente campagna elettorale, ma va ugualmente bene. Anche partiti ormai in via d’estinzione fanno timidamente capolino.

Benissimo, ben venga tutto ciò. Ma non basta. Non ci si può fermare ad un sterile riconoscimento dello stato di fatto, della inefficienza del sistema sanitario territoriale, senza cercare e proporre a possibili soluzioni. Per individuare e cominciare a percorrere una strada nuova, è inevitabile abbandonare la vecchia. E in questo caso è necessario smantellare il vecchio sistema.

Questo ospedale – ribadisco – così come è strutturato, non serve ai cittadini ogliastrini.  Sono reparti inutili, non serve un presidio classico, ci vuole una soluzione moderna evoluta che soddisfi l’esigenza primaria: il soccorso di primo intervento ed il collegamento con le strutture regionali specializzate.

Non so se sia già arrivato il momento della proposta, perché prima di essa deve emergere la consapevolezza che il sistema attuale non funziona. Ecco perché continuerò a porre domande agli attuali “gestori” della sanità ogliastrina, attraverso questo blog ed attraverso altri mezzi convenzionali e non. Nella speranza che i cittadini ogliastrini, in un sussulto d’orgoglio, caccino dal tempio gli abusivi e si riapproprino del proprio destino.

Consapevole che, affinché ciò accada, prima di tutto vada dispersa quella cappa di narcotico torpore che avvolge l’Ogliastra.

Ecco perché è imprescindibile demolire. Solo allora i nostri cittadini avranno la facoltà di ricostruire.

R.S.