Blog di Raimondo Schiavone ed amici.

Sanità: alcuni sindacalisti…che faccia tosta!

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Nessuna euforia per la sostituzione di Mario Nieddu e per la nomina di un nuovo Assessore alla Sanità. Nelle pagine di questo blog abbiamo trattato abbastanza male Nieddu ma non e' certo lui l'unico responsabile dello sfascio della sanità sarda e tanto meno di quella ogliastrina. Sicuramente non era adeguato al ruolo ma ora vedremo cosa accadrà con il nuovo Assessore Doria.

Dare le colpe a Nieddu sulla disastrosa gestione di questi ultimi anni dell'ospedale di Lanusei e come sparare sulla croce rossa. Le responsabilità, come più volte detto, vanno ricercate in quella classe politico-istituzionale territoriale che ha fatto della sanità solo una sacca di potere e di mercimonio. 
I cittadini hanno potuto notare come la conferenza dei Sindaci, dopo la nomina del nuovo Manager, sia sparita dalla scena sanitaria, anche i comitati locali si sono resi silenti. Eppure se andate al pronto soccorso dell'ospedale trovate il solito medico disperato che sbatte la testa dicendo…Non c'e' ortopedico, non c'e' cardiologo, e così via. Con malati buttati sulle sedie in attesa non certo di parole di conforto ma di cure. Le liste d'attesa mica sono cambiate, è tutto uguale come prima. Eppure la super conferenza dei sindaci è silente. Parlano invece alcuni sindacalisti, quelli da sempre prostrati al sistema politico territoriale e spesso a quello imprenditoriale che conta. Il caso Saipem ne è solo uno degli ultimi esempi, perché non vogliamo tornare indietro nel tempo. Parlano loro di inefficienze e non si ricordano che da decenni sono lì a far finta di difendere i diritti dei lavoratori ed a far battaglie per il  territorio sempre dalla parte dei potenti mai dei più deboli. Giovani avanzate! E mettete il silenziatore a questi anziani tromboni.

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L'editoriale

Ci sono momenti nei quali è bene non pensare solo a se stessi ed è giusto cominciare a ragionare sull’interesse comune. Momenti nei quali ti accorgi che, se puoi, devi tentare di risvegliare la coscienza collettiva verso un obiettivo di interesse generale.

Ecco perché ho deciso di parlare di Sanità in Ogliastra. In maniera non convenzionale. Perché, se lo avessi fatto con i canoni ordinari della comunicazione, l’attenzione sarebbe stata pari a zero. Oggi fa effetto l’eclatanza, devi colpire forte, in caso contrario prevale l’ininfluenza. Anni di professione me lo hanno insegnato. Ecco il perché di manifesti con frasi ad effetto, che non potevano passare inosservate e che, di fatto, hanno sollevato un polverone.

Da un lato solo polemiche. Nessuna sorpresa. Ero certo che la ASL non sarebbe riuscita ad andare oltre la classica minaccia di denuncia. Del resto, tale è il livello del management. Da un altro lato mi aspettavo la mistificazione, il tentativo subdolo di ribaltare le mie parole come fossero un j’accuse diretto al personale medico e sanitario, al quale riservo tutta la mia empatia e solidarietà, essendo essi stessi vittime del sistema. Ma mi aspettavo anche una piccola reazione, e questa sta cominciando ad emergere: da qualche giorno la discussione sulla sanità prende piede e cominciano ad affiorare voci, discussioni.

Qualche sindaco sonnolento inizia lentamente a risvegliarsi, magari destato dall’imminente campagna elettorale, ma va ugualmente bene. Anche partiti ormai in via d’estinzione fanno timidamente capolino.

Benissimo, ben venga tutto ciò. Ma non basta. Non ci si può fermare ad un sterile riconoscimento dello stato di fatto, della inefficienza del sistema sanitario territoriale, senza cercare e proporre a possibili soluzioni. Per individuare e cominciare a percorrere una strada nuova, è inevitabile abbandonare la vecchia. E in questo caso è necessario smantellare il vecchio sistema.

Questo ospedale – ribadisco – così come è strutturato, non serve ai cittadini ogliastrini.  Sono reparti inutili, non serve un presidio classico, ci vuole una soluzione moderna evoluta che soddisfi l’esigenza primaria: il soccorso di primo intervento ed il collegamento con le strutture regionali specializzate.

Non so se sia già arrivato il momento della proposta, perché prima di essa deve emergere la consapevolezza che il sistema attuale non funziona. Ecco perché continuerò a porre domande agli attuali “gestori” della sanità ogliastrina, attraverso questo blog ed attraverso altri mezzi convenzionali e non. Nella speranza che i cittadini ogliastrini, in un sussulto d’orgoglio, caccino dal tempio gli abusivi e si riapproprino del proprio destino.

Consapevole che, affinché ciò accada, prima di tutto vada dispersa quella cappa di narcotico torpore che avvolge l’Ogliastra.

Ecco perché è imprescindibile demolire. Solo allora i nostri cittadini avranno la facoltà di ricostruire.

R.S.