Blog di Raimondo Schiavone ed amici.

Come può esistere un ospedale senza medici

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Grido d'allarme per l'ospedale di Lanusei, non ci sono medici! La scoperta dell'acqua calda. Ora emerge con chiarezza, l'ospedale ogliastrino non ha senso di esistere così come è stato configurato dalla politica e da chi lo ha governato negli ultimi 10 anni. A cosa serve un ospedale senza medici? Lo diciamo da tempo è necessario ripensare al modello, la filosofia del tirare a campare per cui e' stato scelto l'attuale Direttore Generale non funziona, come non serve a nulla quella del potenziamento strutturale se poi al contempo non c'e' personale sanitario. Paghiamo gli errori del passato e non facciamo nulla per cambiare rotta. Non serve un accomodamento, un aggiustino, serve una radicale scelta di campo. Così come e' strutturato questo ospedale non ci e' utile. Quando una azienda va in difficoltà il management aziendale individua i rami secchi da tagliare e taglia, scegli le componenti aziendali da far crescere e punta su quelle per rilanciarla. Questo ci aspettiamo, scelte radicali e di prospettiva. Quali sono i reparti indispensabili? Come si puo' far funzionare il pronto soccorso? Quali interconnessioni si possono costruire con il sistema sanitario regionale? Come possiamo gestire l'emergenza? 

Non e' una vergogna dimostrare il proprio fallimento, e' un atto di forza e coraggio. La politica se ha coraggio prenda una decisione strategica per il territorio ed abbandoni la strada del tirare a campare. 
Intanto come nota di colore notiamo che hanno ripreso a girare le pandine bianche, sono piu' veloci ora, deve essere l'effetto propulsivo della vittoria elettorale di Burchi al Comune di Lanusei. Passi avanti e passi indietro e la storia della vita.

I nostri post

L'editoriale

Ci sono momenti nei quali è bene non pensare solo a se stessi ed è giusto cominciare a ragionare sull’interesse comune. Momenti nei quali ti accorgi che, se puoi, devi tentare di risvegliare la coscienza collettiva verso un obiettivo di interesse generale.

Ecco perché ho deciso di parlare di Sanità in Ogliastra. In maniera non convenzionale. Perché, se lo avessi fatto con i canoni ordinari della comunicazione, l’attenzione sarebbe stata pari a zero. Oggi fa effetto l’eclatanza, devi colpire forte, in caso contrario prevale l’ininfluenza. Anni di professione me lo hanno insegnato. Ecco il perché di manifesti con frasi ad effetto, che non potevano passare inosservate e che, di fatto, hanno sollevato un polverone.

Da un lato solo polemiche. Nessuna sorpresa. Ero certo che la ASL non sarebbe riuscita ad andare oltre la classica minaccia di denuncia. Del resto, tale è il livello del management. Da un altro lato mi aspettavo la mistificazione, il tentativo subdolo di ribaltare le mie parole come fossero un j’accuse diretto al personale medico e sanitario, al quale riservo tutta la mia empatia e solidarietà, essendo essi stessi vittime del sistema. Ma mi aspettavo anche una piccola reazione, e questa sta cominciando ad emergere: da qualche giorno la discussione sulla sanità prende piede e cominciano ad affiorare voci, discussioni.

Qualche sindaco sonnolento inizia lentamente a risvegliarsi, magari destato dall’imminente campagna elettorale, ma va ugualmente bene. Anche partiti ormai in via d’estinzione fanno timidamente capolino.

Benissimo, ben venga tutto ciò. Ma non basta. Non ci si può fermare ad un sterile riconoscimento dello stato di fatto, della inefficienza del sistema sanitario territoriale, senza cercare e proporre a possibili soluzioni. Per individuare e cominciare a percorrere una strada nuova, è inevitabile abbandonare la vecchia. E in questo caso è necessario smantellare il vecchio sistema.

Questo ospedale – ribadisco – così come è strutturato, non serve ai cittadini ogliastrini.  Sono reparti inutili, non serve un presidio classico, ci vuole una soluzione moderna evoluta che soddisfi l’esigenza primaria: il soccorso di primo intervento ed il collegamento con le strutture regionali specializzate.

Non so se sia già arrivato il momento della proposta, perché prima di essa deve emergere la consapevolezza che il sistema attuale non funziona. Ecco perché continuerò a porre domande agli attuali “gestori” della sanità ogliastrina, attraverso questo blog ed attraverso altri mezzi convenzionali e non. Nella speranza che i cittadini ogliastrini, in un sussulto d’orgoglio, caccino dal tempio gli abusivi e si riapproprino del proprio destino.

Consapevole che, affinché ciò accada, prima di tutto vada dispersa quella cappa di narcotico torpore che avvolge l’Ogliastra.

Ecco perché è imprescindibile demolire. Solo allora i nostri cittadini avranno la facoltà di ricostruire.

R.S.