Blog di Raimondo Schiavone ed amici.

C’e’ Confusione! Chi visse sperando mori non si puo’ dire

sfondo-bianco
Sulla sanità ormai la parola chiave che si può usare, per rappresentare il teatrino che emerge dalla politica e dalla gestione Asl,  e' confusione.

I Sindaci con in testa il prode Burchi minacciano la Regione che se non verra' nominato il nuovo DG entro lunedì (ieri fumata nera come per altro avevamo previsto) convocheranno i consigli comunali. Una minaccia paragonabile a quella di Putin di usare le armi nucleari. In Regione sembrano veramente preoccupati!
Allo stesso tempo si alza il tiro e siccome la Speranza è l'ultima a morire si punta l'attenzione sul Ministero della Salute. Avranno altri problemi a Roma, non credo che Lanusei sia una priorità. Vabbè! Boutade da campagna elettorale. Come diceva Piero Pelù…chi visse sperando mori'…non si puo' dire.
Intanto l'attuale governance della Asl mostra tutta la sua debolezza, di fatto delegittimata dagli stessi sindaci, che pur non dicendolo, la ritengono insufficiente. Perché insufficiente è la parola che si usa nel politicamente corretto, nei nostri manifesti abbiamo parlato di incapacità, ovvero di non capacità…Ma queste parole irritano i moralisti del linguaggio.
Ma per far sintesi ciò che governa oggi il sistema della sanità in ogliastra è la totale confusione. I cittadini cominciano a indossare le maschere anti narcotico e sollevano la testa, fra poco cominceranno a chiedere conto alla attuale classe politica, le elezioni si avvicinano.

I nostri post

LABORATORI ESTIVI | OPIFICIO INNOVA

Laboratori estivi di coding e robotica educativa | Opificio Innova Iscriviti ad entrambi i corsi per avere uno sconto del 10%! Scarica il calendario I laboratori si svolgono a Cagliari presso l’Ex

Read More »

L'editoriale

Ci sono momenti nei quali è bene non pensare solo a se stessi ed è giusto cominciare a ragionare sull’interesse comune. Momenti nei quali ti accorgi che, se puoi, devi tentare di risvegliare la coscienza collettiva verso un obiettivo di interesse generale.

Ecco perché ho deciso di parlare di Sanità in Ogliastra. In maniera non convenzionale. Perché, se lo avessi fatto con i canoni ordinari della comunicazione, l’attenzione sarebbe stata pari a zero. Oggi fa effetto l’eclatanza, devi colpire forte, in caso contrario prevale l’ininfluenza. Anni di professione me lo hanno insegnato. Ecco il perché di manifesti con frasi ad effetto, che non potevano passare inosservate e che, di fatto, hanno sollevato un polverone.

Da un lato solo polemiche. Nessuna sorpresa. Ero certo che la ASL non sarebbe riuscita ad andare oltre la classica minaccia di denuncia. Del resto, tale è il livello del management. Da un altro lato mi aspettavo la mistificazione, il tentativo subdolo di ribaltare le mie parole come fossero un j’accuse diretto al personale medico e sanitario, al quale riservo tutta la mia empatia e solidarietà, essendo essi stessi vittime del sistema. Ma mi aspettavo anche una piccola reazione, e questa sta cominciando ad emergere: da qualche giorno la discussione sulla sanità prende piede e cominciano ad affiorare voci, discussioni.

Qualche sindaco sonnolento inizia lentamente a risvegliarsi, magari destato dall’imminente campagna elettorale, ma va ugualmente bene. Anche partiti ormai in via d’estinzione fanno timidamente capolino.

Benissimo, ben venga tutto ciò. Ma non basta. Non ci si può fermare ad un sterile riconoscimento dello stato di fatto, della inefficienza del sistema sanitario territoriale, senza cercare e proporre a possibili soluzioni. Per individuare e cominciare a percorrere una strada nuova, è inevitabile abbandonare la vecchia. E in questo caso è necessario smantellare il vecchio sistema.

Questo ospedale – ribadisco – così come è strutturato, non serve ai cittadini ogliastrini.  Sono reparti inutili, non serve un presidio classico, ci vuole una soluzione moderna evoluta che soddisfi l’esigenza primaria: il soccorso di primo intervento ed il collegamento con le strutture regionali specializzate.

Non so se sia già arrivato il momento della proposta, perché prima di essa deve emergere la consapevolezza che il sistema attuale non funziona. Ecco perché continuerò a porre domande agli attuali “gestori” della sanità ogliastrina, attraverso questo blog ed attraverso altri mezzi convenzionali e non. Nella speranza che i cittadini ogliastrini, in un sussulto d’orgoglio, caccino dal tempio gli abusivi e si riapproprino del proprio destino.

Consapevole che, affinché ciò accada, prima di tutto vada dispersa quella cappa di narcotico torpore che avvolge l’Ogliastra.

Ecco perché è imprescindibile demolire. Solo allora i nostri cittadini avranno la facoltà di ricostruire.

R.S.